Può capitare di notare che l’osso all’esterno del piede sia sporgente e che ci si chieda a cosa sia dovuta questa condizione ma soprattutto come può essere curata. Cominciamo innanzitutto col chiarire che tale condizione è generalmente definita sindrome del cuboide.
Consiste in una lesione ai danni dell’articolazione e dei legamenti che circondano l’osso cuboide, una delle sette ossa tarsali del piede. Quest’osso, a forma di piramide, è situato sulla superficie laterale del piede.
Questa sporgenza si verifica quando l’osso cuboide si sposta verso il basso, condizione che porta ad un disallineamento con il calcagno. Si parla anche di sublussazione del cuboide, in quanto lo spostamento osseo non è totale bensì parziale.
Quali sono i sintomi?
Questa sindrome causa dolore nella parte laterale del piede. Il dolore può manifestarsi all’improvviso o svilupparsi lentamente nel corso del tempo. I principali sintomi che accompagnano tale condizione sono:
- Dolore al lato del mignolo del piede;
- Difficoltà a camminare;
- Gonfiore;
- Difficoltà nei salti;
- Sensibilità a livello della pianta del piede;
- Riduzione dell’ampiezza di movimento della caviglia e/o del piede;
- Arrossamento.
L’intensità del dolore tende a peggiorare quando si solleva il tallone e si spinge l’alluce oppure quando si carica il peso sul lato del piede. Inoltre, il dolore potrebbe irradiarsi alla parte esterna della caviglia o dell’intera gamba.
Il paziente affetto da sindrome del cuboide potrebbe, inoltre, modificare il proprio modo di camminare, così da ridurre al minimo il dolore. Questo atteggiamento, però, potrebbe causare zoppia oppure oscillazioni laterali della gamba.
Cause e fattori di rischio
Da un punto di vista strettamente anatomico, la sindrome del cuboide viene ricondotta allo spostamento verso l’esterno dell’osso cuboide mentre l’osso del tallone (calcagno) compie il movimento opposto, dirigendosi verso l’interno. Questi movimenti anomali possono causare lussazioni alle ossa nonché lacerare i legamenti adiacenti. Tra le cause più frequenti, non a caso, figurano:
- Distorsioni alla caviglia cioè torsioni innaturali verso l’interno o verso l’esterno;
- Lesioni alla caviglia;
- Uso eccessivo del piede, tendenza piuttosto comune in atleti, ballerini e sportivi che hanno l’abitudine a compiere con una certa frequenza salti improvvisi, corse e spostamenti laterali;
- Cadute;
- Eccessiva pronazione del piede (condizione nota come piede piatto e che induce chi ne è affetto a ruotare i piedi, durante la camminata, verso l’interno);
- Sedute di allenamento svolte su superfici irregolari;
- Utilizzo di calzature inadeguate o non provviste di adeguato supporto.
Sono diversi i comportamenti e le condizioni associate ad un maggiore rischio di sviluppo della sindrome del cuboide, in particolare:
- Osteoporosi;
- Osteoartrite;
- Gotta;
- Obesità, in virtù dell’eccessiva pressione che viene esercitata sulle ossa del piede;
- Poco tempo dedicato al riposo del piede;
- Scarpe troppo strette;
- Attività fisica effettuata su superfici non piane;
- Frattura di un osso collegato al cuboide;
- Attività come la danza classica.
Abbiamo, dunque, visto che dovrebbero prestare particolare attenzione tutti coloro che sollecitano molto i propri piedi poiché svolgono attività ad alto impatto, caratterizzate da movimenti ripetitivi.
Come viene diagnosticata la sindrome del cuboide?
Contrariamente ad altre patologie del piede, diagnosticare la sindrome del cuboide non è semplice, anche a causa della natura non molto specifica del dolore che caratterizza questa condizione.
Addirittura, può capitare che i sintomi comunemente associati alla sindrome del cuboide potrebbero non essere identificati nemmeno con esami di diagnostica per immagini abbastanza approfonditi come radiografie o risonanza magnetica.
Questo vuol dire che, ai fini di una diagnosi efficace, è fondamentale affidarsi non ad un medico qualunque bensì ad un ortopedico specializzato nel piede. L’esperienza e le competenze di uno specialista potrebbero, infatti, rivelarsi fondamentali.
Del resto, c’è da considerare che alcuni sintomi della sindrome del cuboide sono comuni ad altre patologie del piede, come fratture da stress o sperone calcaneare.
La diagnosi di questa condizione avverrà presumibilmente nel corso della visita ortopedica. In tal senso, i passaggi fondamentali sono l’anamnesi, cioè il colloquio iniziale tra il medico e il paziente, e l’esame obiettivo, cioè l’osservazione e la palpazione dell’osso sporgente del piede ed, eventualmente, della caviglia.
Come curare la sindrome del cuboide?
La sindrome del cuboide, generalmente, non rappresenta un infortunio molto grave e può essere, spesso, curata efficacemente tramite un approccio conservativo. Molti ortopedici, da questo punto di vista, potrebbero consigliare l’applicazione del protocollo RICE (riposo, ghiaccio, compressione, elevazione), in genere molto efficace soprattutto per ridurre il dolore. Esso prevede che il paziente metta in atto quattro semplici azioni:
- Tenere il più possibile il piede a riposo;
- Applicare sul piede impacchi freddi in sessioni della durata massima di 20 minuti;
- Comprimere il piede con una benda elastica;
- Sollevare il piede al di sopra del livello del cuore.
In molti casi, il medico o il fisioterapista ricorre a tecniche manuali per riportare il cuboide nella sua posizione corretta. Una di queste è la manovra di compressione. Al paziente viene chiesto di stendersi a pancia in giù. Il medico afferra la parte anteriore del piede, posizionando i pollici sulla pianta vicino al tallone. Dopo aver piegato leggermente il ginocchio, il piede viene spinto verso il basso con un movimento rapido, esercitando pressione sul cuboide per riportarlo in sede.
Un altro trattamento efficace è il bendaggio del cuboide. Lo specialista applica un nastro medico elastico dalla pianta del piede fino alla caviglia, creando un supporto che aiuta a stabilizzare l’osso e ridurre il dolore durante la deambulazione.
Dopo le prime fasi di trattamento, l’ortopedico potrebbe consigliare, anche in sinergia con un fisioterapista:
- Esercizi di stretching specifici per la muscolatura del piede e della caviglia;
- Plantari ortopedici o solette che aiutano a distribuire meglio il peso e a evitare sovraccarichi sul cuboide;
- Passeggiate su superfici piane a medio-bassa intensità, con la possibilità di aumentare il ritmo solo quando il dolore comincerà a diminuire.
Tempi di guarigione
Quando la causa della sindrome del cuboide è da ricondurre a infortuni di lieve entità, il dolore tende a scomparire nell’arco di pochi giorni. Se, invece, alla base del dolore vi sono condizioni più gravi, come ad esempio una distorsione alla caviglia, i tempi di recupero potrebbero variare dalle 4 alle 8 settimane. Per agevolare la guarigione si consiglia di:
- Eseguire, prima di un allenamento di medio-alta intensità, esercizi di allungamento delle gambe;
- Tenere a riposo il piede per un po’ di ore in seguito a sessioni intense di allenamento;
- Utilizzare stecche o gesso in caso di distorsione grave.