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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Rottura tendine d'Achille: sintomi, cause, tempi di recupero


Cos'è la rottura del tendine d'Achille?


La rottura del tendine d’Achille è un infortunio acuto in cui il grande tendine che collega i muscoli del polpaccio al tallone si lacera parzialmente o completamente. Si tratta del tendine più spesso e resistente del corpo umano, indispensabile per spingere il piede verso il basso e permettere gesti quotidiani come camminare, correre, saltare o mettersi sulla punta dei piedi.


Il tendine potrebbe cedere se viene sottoposto a una forza improvvisa e superiore alla sua capacità elastica. La lesione può essere:


  • Parziale, quando alcune fibre si rompono ma il tendine preserva la sua continuità;
  • Totale, quando il tendine si divide completamente, impedendo di sollevare il tallone o sostenere correttamente il peso sul piede.


La rottura tende a verificarsi in un punto particolarmente vulnerabile del tendine, situato circa 5 cm sopra l’inserzione sul calcagno, dove l’apporto di sangue è minore e la capacità di riparazione naturale è ridotta.


rottura del tendine d'achille


Quali sono i sintomi?


La rottura del tendine d’Achille si manifesta in modo improvviso e caratteristico. Molte persone descrivono la sensazione di essere state colpite o scalciate dietro al polpaccio, quando in realtà il tendine si è appena spezzato. Spesso si avverte anche un rumore secco che accompagna la rottura. Subito dopo, in genere, compaiono:


  • Dolore acuto e improvviso nella parte bassa del polpaccio o vicino al tallone;
  • Gonfiore;
  • Possibili lividi;
  • Difficoltà a camminare, spingere il piede verso il basso, salire le scale o stare sulla punta del piede della gamba coinvolta.


In molti casi il passo diventa piatto, perché manca completamente la forza di “spinta” del tendine. Nei minuti o nelle ore successive, il dolore può attenuarsi e trasformarsi in un fastidio sordo, ma l’incapacità funzionale rimane evidente.


Quali sono le cause dell'infortunio?


La rottura del tendine d’Achille può verificarsi per diverse ragioni:


  • Gesto atletico violento;
  • Atterraggio mal controllato;
  • Movimento brusco che allunga eccessivamente il tendine.


In altri casi, il tendine può rompersi perché già indebolito da infiammazioni croniche, farmaci o condizioni mediche che ne riducono la qualità strutturale. Di seguito una tabella che distingue cause dirette dell’infortunio e fattori di rischio che aumentano la probabilità di rottura.


Cause principaliFattori di rischio
  • Atterraggi da un salto con stiramento improvviso del tendine;
  • Movimenti esplosivi con brusca spinta in avanti (scatti, cambi di direzione);
  • Scatti e stop improvvisi in sport come tennis, basket, calcio;
  • Cadute o traumi che forzano il piede bruscamente verso l’alto;
  • Pestone all'altezza del tallone da parte di un avversario;
  • Lesioni da taglio dirette (meno frequenti);
  • Tendine già indebolito da infiammazioni o microlesioni;
  • Movimenti non controllati in cui il polpaccio si contrae bruscamente.
  • Età 30–50 anni (fascia più colpita);
  • Sesso maschile (rischio maggiore);
  • Sport con sprint, salti o cambi rapidi di direzione;
  • Sovraccarico improvviso dopo periodi di inattività;
  • Tendinite o degenerazione cronica del tendine;
  • Uso di alcuni antibiotici (fluorochinoloni);
  • Iniezioni di cortisonici vicino al tendine;
  • Obesità o condizioni metaboliche che riducono vascolarizzazione;
  • Malattie come artrite reumatoide, lupus, diabete, gotta;
  • Scarsa preparazione fisica, mancanza di riscaldamento.


Diversi studi scientifici hanno confermato che la rottura del tendine d’Achille è la lesione tendinea più comune dell’arto inferiore. Si verifica soprattutto in persone che praticano saltuariamente sport come calcio, sport con racchetta e basket. Fino al 20-25% dei casi può essere inizialmente scambiato per una distorsione della caviglia.


Le ricerche più recenti indicano un’incidenza che può arrivare fino a 40 casi ogni 100.000 persone l’anno, un dato in crescita negli ultimi anni, probabilmente per l’aumento della pratica sportiva negli adulti sopra i 30 anni. Circa il 75% delle rotture colpisce uomini tra i 30 e i 40 anni.


Per quanto riguarda gli sportivi, la frequenza varia: la tendinopatia e le rotture interessano fino al 18% dei runner, il 9% dei ballerini, il 5% dei ginnasti, il 2% dei tennisti e meno dell’1% dei giocatori di football americano. Infine, come confermato anche dagli ortopedici accreditati dal sito di prenotazioni mediche online EccellenzaMedica.it, oltre il 20% delle rotture non viene immediatamente diagnosticato.


Come si effettua la diagnosi?


La diagnosi della rottura del tendine d’Achille avviene nel corso di una visita ortopedica con un ortopedico specialista del piede e della caviglia. La visita inizia sempre con un’anamnesi dettagliata: il medico chiede come si è verificato l’infortunio, se il paziente ha avvertito uno “schiocco” o la sensazione di essere stato colpito dietro al polpaccio e se sono presenti malattie o farmaci che possono indebolire il tendine.


Segue quindi l’esame obiettivo del piede e della caviglia. L’ortopedico analizza e osserva dolore, gonfiore, ecchimosi ed eventuali difficoltà nel camminare o nel mettersi sulle punte. Durante l’esame vengono eseguiti test clinici specifici, tra cui il Thompson test che consiste nel comprimere il polpaccio: se il tendine è integro, il piede si flette verso il basso; se non si muove, il test è indicativo di rottura.


Sebbene la sola valutazione clinica sia spesso sufficiente per confermare la diagnosi, l’ortopedico può prescrivere alcuni esami strumentali utili a valutare estensione e posizione esatta della lesione. Essi sono:


  • Radiografia, esame che non mostra il tendine ma che può evidenziare piccoli frammenti ossei in caso di distacco dal calcagno o escludere altre fratture associate;
  • Ecografia, utile per visualizzare in tempo reale il tendine, confermare la presenza della lesione e valutarne il comportamento durante il movimento;
  • Risonanza Magnetica. È l’esame più accurato: definisce con precisione la sede e l’estensione dello strappo, la qualità del tendine e l’eventuale presenza di infiammazione preesistente.


Come si cura la rottura del tendine d'Achille?


Il trattamento dipende da vari fattori: tipo di lesione (parziale o completa), età, livello di attività fisica, tempi trascorsi dall’infortunio e aspettative funzionali del paziente. In generale, sia il trattamento conservativo sia quello chirurgico possono portare a buoni risultati, ma con differenze in termini di rischio di recidiva, tempi di recupero e complicanze.


Trattamenti conservativiTrattamenti chirurgici
  • Immobilizzazione con tutore o gesso (piede in equino);
  • Graduale riduzione dell’equino tramite rialzi nel tutore;
  • Carico progressivo secondo protocollo;
  • Fisioterapia mirata al recupero di forza, elasticità e propriocezione.
  • Sutura diretta del tendine tramite incisione aperta o tecnica mini-invasiva;
  • Eventuale rinforzo con altri tendini o innesti in caso di lesione ampia o tardiva;
  • Immobilizzazione post-operatoria mediante tutore;
  • Riabilitazione progressiva come nel trattamento conservativo.


Trattamenti conservativi (non chirurgici)


Il trattamento conservativo è spesso indicato nei pazienti più anziani, meno attivi oppure in presenza di particolari condizioni di salute. Viene utilizzato anche in alcuni casi di rottura completa, grazie a protocolli funzionali moderni che garantiscono buoni risultati. La gestione prevede:


  • Immobilizzazione in tutore o gesso, con il piede in flessione plantare (punta verso il basso) per avvicinare i monconi del tendine e favorirne la guarigione;
  • Tutore per 6–9 settimane, regolando progressivamente l’angolo del piede tramite rialzi per riportarlo gradualmente in posizione neutra;
  • Carico progressivo: nelle prime settimane il paziente può camminare con l’ausilio del tutore secondo indicazioni mediche;
  • Prevenzione della trombosi venosa profonda, soprattutto se la mobilità è ridotta;
  • Fisioterapia basata su recupero della mobilità della caviglia, rinforzo dei muscoli del polpaccio, equilibrio e propriocezione.


Trattamento chirurgico


La chirurgia è più spesso consigliata a:


  • Persone giovani e attive;
  • Sportivi;
  • Pazienti con rotture ampie;
  • Casi trattati tardivamente (oltre 2–3 settimane);
  • Pazienti che hanno subito più rotture o avulsioni dall’osso.


L’intervento consiste nel ricongiungere i monconi del tendine tramite suture, oppure nel reinserirlo sull’osso se si è staccato dalla sua inserzione. Oggi molte équipe utilizzano tecniche mini-invasive, che riducono il rischio di infezione e accelerano il recupero rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto.


Dopo l'intervento il paziente indossa un tutore o un gesso, inizialmente in equino. Il carico è concesso progressivamente secondo protocolli definiti mentre la fisioterapia è fondamentale per recuperare forza, elasticità e capacità di spinta.


Quanto tempo ci vuole per recuperare dalla rottura del tendine d'Achille?


Il recupero da una rottura del tendine d’Achille è un percorso lungo e graduale. I tempi possono variare in base al tipo di trattamento, all’età, allo stato di salute generale e al livello di attività del paziente, ma in linea generale seguono fasi ben definite.


Dopo l’intervento chirurgico — oppure dopo l’inizio del trattamento conservativo — il primo obiettivo è proteggere il tendine e permetterne la guarigione. Per questo motivo, il paziente viene immobilizzato con un tutore, un gesso o uno splint che mantiene il piede in posizione equina (punte rivolte verso il basso). In genere, l’immobilizzazione dura circa 6 settimane, durante le quali il peso sul piede è limitato o progressivamente concesso a seconda del protocollo stabilito dal medico.


A distanza di alcune settimane viene rimosso il primo tutore o gesso, e nei casi operati vengono estratti anche i punti di sutura cutanei. Successivamente si procede con una seconda fase di protezione mediante un tutore regolabile, che consente di iniziare con cautela i movimenti dell’articolazione.


Il recupero prosegue poi con un programma di riabilitazione, inizialmente focalizzato sul recupero del range di movimento e, solo in un secondo momento, sul rinforzo muscolare, in particolare dei muscoli del polpaccio e della capacità di spinta sull’avampiede. Questa è spesso la fase più lunga e delicata.


Una ripresa completa delle attività quotidiane è generalmente possibile nei mesi successivi, ma per un recupero funzionale ottimale possono essere necessari 12 mesi. Alcuni pazienti riferiscono di aver raggiunto il pieno recupero, anche nelle attività sportive più impegnative, solo dopo 18–24 mesi.


chirurgia tendine achille


Domande frequenti


Qual è il decorso post operatorio per una rottura del tendine d'Achille?


Dopo l’intervento si indossa un gesso o un tutore per circa 6 settimane, senza caricare subito il peso. Segue un percorso di fisioterapia progressiva per recuperare mobilità e forza. Il rientro alle normali attività richiede alcuni mesi, mentre il recupero completo può richiedere fino a 12 mesi.


Quando posso camminare dopo una rottura del tendine d'Achille?


In genere si inizia a caricare parzialmente dopo alcune settimane, secondo le indicazioni dell’ortopedico. La camminata senza tutore viene ripresa gradualmente dopo la fase di immobilizzazione, spesso tra la 6ª e la 8ª settimana, con tempi variabili in base al tipo di trattamento.


Quanto è dolorosa la rottura del tendine d'Achille?


La rottura provoca un dolore improvviso e molto intenso, descritto spesso come un “colpo” o una fucilata al polpaccio.


Fonti e bibliografia


  • Shamrock AG, Dreyer MA, Varacallo MA. Achilles Tendon Rupture. [Updated 2023 Aug 17]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan-. Available from: ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK430844/.

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