La fascia plantare è una struttura simile al legamento che parte dal tallone, si inserisce nel calcagno e arriva fino alle dita del piede. Essa può andare incontro a delle patologie, la più comune delle quali è sicuramente la fascite plantare. Si tratta di una condizione che, soprattutto nelle fasi iniziali, viene spesso trascurata e che col trascorrere del tempo può portare ad un vero e proprio cambiamento strutturale della fascia plantare.
Cos'è la Fascite Plantare?
La fascite plantare è un disturbo che causa l'infiammazione della fascia plantare, fascia di tessuto che attraversa la pianta del piede e collega l'osso del tallone alle dita. La sua principale funzione è quella di sostenere l'arco plantare e assorbire gli urti mentre camminiamo.
Quali sono i Sintomi della Fascite Plantare?
Il principale sintomo della fascite plantare è un forte dolore alla pianta del piede, nelle vicinanze del tallone. Solitamente, il fastidio tende a manifestarsi con maggiore intensità al risveglio e, dunque, quando muoviamo i primi passi della giornata ma anche dopo aver trascorso molte ore in piedi o quando ci si alza dopo essere stati seduti per diverso tempo.
Ignorare i sintomi della fascite plantare potrebbe essere pericoloso. Si corre, infatti, il rischio di andare incontro ad un dolore cronico che può arrivare a rendere difficoltoso lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Per giunta, per provare a limitare il dolore, è probabile che il paziente possa modificare il proprio modo di camminare, con possibili ripercussioni posturali e con il rischio di interessamento anche di altre articolazioni o parti del corpo (ginocchia, schiena, fianchi etc.).
Cause e fattori di rischio
Le cause della fascite plantare possono essere individuate in un eccesso di stimoli tensivi e cioè di sovraccarichi che noi riserviamo al tallone. In tal senso, sono considerati a rischio soprattutto gli sportivi e, in particolare, i corridori (si stima che circa il 20% ne soffra) nonché coloro che praticano danza classica o danza aerobica. Allo stesso modo, hanno buone probabilità di sviluppare questa condizione anche coloro che trascorrono molto tempo in piedi, presumibilmente per ragioni professionali. Altri fattori di rischio che potrebbero favorire un aumento delle probabilità di insorgenza della patologia sono:
- Età compresa tra i 40 e i 60 anni;
- Chili in eccesso;
- Condizioni come piede piatto o arco plantare elevato.
Come e chi diagnostica la fascite plantare?
La diagnosi di fascite plantare viene, in genere, effettuata da un ortopedico specialista del piede cioè da un medico che conosce, sia da un punto di vista teorico che pratico e operativo, le patologie che riguardano l'ortopedia dei piedi. La prima visita ortopedica è uno step fondamentale sia per ragioni diagnostiche sia in vista dell'impostazione di un piano terapeutico.
Nel corso del consulto, dopo l'anamnesi iniziale, il medico passerà all'esame obiettivo, allo scopo di individuare l'area o le aree in cui il paziente avverte dolore. In molti caso, questo passaggio si rivela sufficiente ai fini della diagnosi di fascite plantare. In caso di dubbi si può procedere anche ad una diagnosi differenziale, prescrivendo al paziente una risonanza magnetica o una radiografia, così da essere certi che la causa del dolore non sia legata ad altre patologie.
Come si cura?
Quando la patologia è ancora nella sua fase iniziale, per migliorare i sintomi è spesso sufficiente ridurre i carichi. In modo molto semplice, ciò vuol dire che il riposo è una delle terapie più efficaci per guarire da questa condizione, insieme all'applicazione di ghiaccio. Gli altri approcci, sempre di tipo conservativo, che potrebbero consentire di diminuire o eliminare la sintomatologia sono:
- Fisioterapia;
- Laser e tecarterapia;
- Tutori.
Altre opzioni che, in seconda istanza, potrebbero essere prese in considerazione per il trattamento della fascite plantare sono:
- Iniezioni di farmaci steroidei (plasma ricco di piastrine, ad esempio);
- Terapia a onde d'urto extracorporee;
- Terapia ad ultrasuoni.
Come sempre, solo nel caso di fallimento di tutti gli approcci conservativi, è possibile considerare un intervento chirurgico, per giunta oggi reso molto più tollerabile anche grazie alla presenza di tecniche chirurgiche mini invasive. L'intervento consiste nel ridurre la tensione a livello della fascia plantare tramite una piccola incisione.
Esercizi di streching per la fascite plantare
Ci sono alcuni esercizi che è possibile svolgere anche a casa e che potrebbero aiutare a ridurre il dolore. Uno di questi consiste, ad esempio, nel posizionare una pallina da tennis sotto al piede, facendola rotolare sotto la fascia plantare. Per aumentare il peso sulla fascia plantare è possibile accavallare l'altra gamba.
Un altro esercizio utile è l'allungamento. In questo caso, è necessario mettere i malleoli sopra al ginocchio e accavallare la gamba. Con la stessa mano del piede che fa male bisognerà afferrare le punta delle dita e portarle verso l'alto. Con la mano libera è, invece, possibile massaggiare la delicatamente la fascia plantare. In genere, il punto più dolente è quello che precede l'inserzione ossea della fascia plantare.
Quali scarpe usare in caso di fascite plantare?
Abbiamo avuto modo di spiegare in precedenza che i sintomi della fascite plantare peggiorano quando il piede è stressato o sottoposto a un uso eccessivo. Ciò vuol dire che, tra le altre cose, è importante garantire ai propri piedi un adeguato supporto plantare e l'utilizzo di specifiche calzature. In linea generale, è consigliabile evitare tacchi alti, sandali bassi e infradito, soprattutto se si cammina per lunghe distanze o per periodi prolungati. Al contrario, conviene prendere in considerazione scarpe che offrono ammortizzazione e supporto sia per il tallone che per la fascia plantare.
Quanto tempo ci vuole per guarire da una fascite plantare?
I tempi di recupero per la fascite plantare dipendono da diversi fattori. In generale, possono variare da pochi giorni (se il trattamento inizia precocemente) ad alcuni anni (se il problema viene trascurato).
Bisogna, del resto, considerare che, contrariamente a ciò che può essere fatto con altre parti del corpo, è molto difficile se non impossibile tenere a riposo i piedi. Anche se il paziente riuscisse ad astenersi dalle attività che maggiormente contribuiscono al dolore, bisogna fare i conti col fatto che i piedi sono comunque sottoposti a stress e carico mentre camminiamo. Questa è la principale ragione per cui una fascite plantare può protrarsi per diverso tempo.