- Cos'è la sindrome del seno del tarso?
- Quali sono i sintomi?
- Quali sono le cause?
- Come si diagnostica la sindrome del seno del tarso?
- Come curare la sindrome del seno del tarso?
- Quali sono i tempi di recupero?
- Quali sono le possibili complicazioni?
- Domande Frequenti
Cos'è la sindrome del seno del tarso?
La sindrome del seno del tarso è una condizione caratterizzata da dolore e gonfiore nella parte esterna e inferiore della caviglia, in corrispondenza della piccola cavità situata tra l’astragalo e il calcagno. Questa cavità, chiamata seno del tarso, è una struttura anatomica a forma di imbuto che ospita legamenti, vasi sanguigni, tessuto adiposo e terminazioni nervose fondamentali per la stabilità del piede.
Il seno del tarso fa parte dell’articolazione sottoastragalica, responsabile dei movimenti laterali del piede (inclinazione verso l’interno e l’esterno). Quando i tessuti presenti nello spazio del seno del tarso si irritano o si danneggiano si sviluppa un’infiammazione che causa un aumento della pressione in un’area già molto piccola. Questo genera dolore, sensazione di instabilità e difficoltà nei movimenti.
La sindrome del seno del tarso è considerata una condizione non molto comune, anche perché, come confermato anche dagli ortopedici accreditati dal sito di prenotazioni mediche online EccellenzaMedica.it, spesso viene confusa con altri disturbi della caviglia. Se compaiono dolore laterale alla caviglia, gonfiore o difficoltà nel camminare, è consigliato rivolgersi a un ortopedico o a un podologo per una valutazione accurata.

Quali sono i sintomi?
I sintomi della sindrome del seno del tarso si concentrano principalmente sulla parte esterna e inferiore della caviglia, nella zona compresa tra astragalo e calcagno. Il disturbo si presenta con un dolore tipicamente profondo, persistente e accompagnato da una sensazione di instabilità. Ecco i principali segnali:
- Dolore laterale alla caviglia, localizzato nel punto in cui il piede si congiunge con il tallone. Il dolore può irradiarsi verso la parte posteriore o centrale del piede;
- Gonfiore evidente nella cavità del seno del tarso, talvolta così marcato da sembrare una piccola cisti o un rigonfiamento sottocutaneo;
- Dolore che peggiora con il movimento, soprattutto quando si ruota il piede verso l’interno o verso l’esterno, si cammina, si sale le scale o si carica il peso sulla caviglia;
- Aumento del dolore alla digitopressione: toccare o premere l’area del seno del tarso tende a intensificare il fastidio;
- Instabilità della caviglia, con la sensazione che il piede possa “cedere”, soprattutto su terreni irregolari;
- Difficoltà a camminare su superfici sconnesse, come sentieri, ciottoli o erba, a causa dell’aumentata sensibilità della zona;
- Sintomi neurologici (non sempre presenti): bruciore, intorpidimento o formicolii, se la compressione coinvolge le strutture nervose che attraversano il seno del tarso.
Quali sono le cause?
La sindrome del seno del tarso può svilupparsi sia in seguito a un trauma acuto sia per alterazioni biomeccaniche o sovraccarichi che nel tempo irritano i tessuti presenti nello spazio tra astragalo e calcagno. La causa più frequente è la distorsione laterale della caviglia, spesso dovuta a movimenti di supinazione (quando il piede ruota verso l’esterno).
Non tutte le forme, però, derivano da un infortunio. In molti casi la sindrome è legata a problemi biomeccanici del piede, come il piede piatto o l’iperpronazione, che comprimono in modo anomalo le strutture della sottoastragalica durante il passo. Anche condizioni come l’artrite, la disfunzione del tibiale posteriore (PTTD) e l’utilizzo di calzature inadatte possono contribuire allo sviluppo della sindrome.
Il disturbo può inoltre insorgere a causa di sovraccarico funzionale, tipico degli sport che richiedono corsa, salti o cambi di direzione rapidi, oppure dell’esecuzione ripetuta di movimenti scorretti. Non mancano, infine, situazioni in cui la causa potrebbe non essere immediatamente identificabile.
| Cause | Fattori di rischio |
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Come si diagnostica la sindrome del seno del tarso?
La diagnosi della sindrome del seno del tarso viene eseguita durante una visita ortopedica, eseguita da un ortopedico del piede e della caviglia. Durante l’esame, il medico osserva l’area laterale della caviglia, verificando la presenza di gonfiore e palpando con precisione il seno del tarso: la comparsa di dolore puntiforme in questo punto è uno dei segni clinici più caratteristici.
Lo specialista può anche valutare la stabilità dell’articolazione sottoastragalica chiedendo al paziente di camminare, eseguire movimenti di rotazione del piede o salire in punta di piedi.
Poiché la sindrome del seno del tarso può imitare altre condizioni dell’avampiede e della caviglia — come artrosi, fratture da stress del calcagno o dell’astragalo, o sindrome del tunnel tarsale — il medico può richiedere esami strumentali per confermare la diagnosi o escludere altre cause. Quelli più comuni sono:
- Radiografia del piede/caviglia (RX): utile per valutare eventuali segni di artrosi, alterazioni dell’arco plantare o fratture;
- Risonanza magnetica (RM): l’esame più accurato per evidenziare infiammazione, lesioni dei legamenti, sinovite e danni alla cartilagine;
- TC (Tomografia Computerizzata): indicata nei sospetti di fratture complesse o patologie ossee non visibili alla radiografia;
- Ecografia: utile per rilevare infiammazione, versamento o alterazioni dei tessuti molli.
In alcuni casi, potrebbe essere eseguito un blocco anestetico localizzato: l’iniezione di un anestetico nel seno del tarso (guidata da ecografia) elimina temporaneamente il dolore. Se i sintomi scompaiono durante l’effetto dell’anestetico, la diagnosi di sindrome del seno del tarso risulta confermata.
Come curare la sindrome del seno del tarso?
Il trattamento della sindrome del seno del tarso è in gran parte conservativo e si concentra sulla riduzione dell’infiammazione, sul recupero della stabilità della caviglia e sulla correzione dei fattori biomeccanici che hanno contribuito allo sviluppo del disturbo. L’obiettivo è spegnere il dolore, permettere ai tessuti del seno del tarso di guarire e prevenire recidive.
Riposo, ghiaccio e riduzione del carico
Nella fase iniziale è essenziale limitare le attività che aumentano il dolore — corsa, salti, camminate lunghe o terreni irregolari — e applicare ghiaccio per diminuire infiammazione e gonfiore. Mantenere il piede sollevato può migliorare il drenaggio del liquido e accelerare il miglioramento.
Farmaci antinfiammatori e infiltrazioni
I FANS (ibuprofene, naprossene) possono essere prescritti per breve periodo per controllare dolore e infiammazione. Quando la sintomatologia non risponde alle terapie conservative, l’ortopedico può proporre una infiltrazione corticosteroidea nella regione del seno del tarso o nell’articolazione sottoastragalica, spesso guidata da ecografia, per ottenere un sollievo più rapido.
Immobilizzazione e sostegno articolare
Tutori, cavigliere rigide o uno stivaletto walker possono fornire stabilità e ridurre il movimento della sottoastragalica durante la fase dolorosa. In caso di instabilità residua dopo distorsioni ripetute, può essere utile una fasciatura funzionale temporanea.
Fisioterapia
La riabilitazione svolge un ruolo cruciale nel trattamento. Il fisioterapista si concentra su:
- Esercizi di rinforzo dei muscoli peroneali e del tibiale posteriore;
- Esercizi di equilibrio e propriocezione per stabilizzare la caviglia;
- Stretching del tricipite surale e muscoli della gamba per ridurre tensioni anomale;
- Recupero della mobilità dell’articolazione sottoastragalica.
Correzione dei fattori biomeccanici
Nel caso di piede piatto, iperpronazione o instabilità meccanica, l’ortopedico può consigliare:
- Plantari ortopedici su misura per sostenere l’arco plantare e ridurre la compressione nel seno del tarso;
- Modifiche progressive alle calzature con scarpe più stabili e con un buon sostegno del tallone.
Chirurgia
L'intervento chirurgico è raro e riservato ai pazienti che non rispondono ai trattamenti conservativi. Le opzioni includono:
- Pulizia artroscopica del seno del tarso per rimuovere tessuti infiammati e aderenze;
- Correzione del piede piatto se è la causa principale;
- Artrodesi della sottoastragalica nei casi di artrosi avanzata.
| Trattamenti conservativi | Trattamenti avanzati / chirurgici |
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Quali sono i tempi di recupero?
I tempi di recupero della sindrome del seno del tarso possono variare in base alla causa, alla gravità dei sintomi e al tipo di trattamento effettuato. Nella maggior parte dei casi, con un percorso conservativo adeguato — riposo, terapia fisica, plantari e stabilizzazione della caviglia — il miglioramento avviene nell’arco di alcune settimane, mentre il recupero completo può richiedere 4–8 settimane. Nei casi legati a distorsioni ripetute o instabilità significativa, il tempo necessario può essere più lungo.
La fisioterapia riveste un ruolo importante: esercizi di rinforzo e propriocezione, eseguiti con costanza, aiutano a recuperare la stabilità della sottoastragalica e a ridurre il rischio di recidive. Quando è necessario il trattamento chirurgico il recupero è più lungo e strutturato e può richiedere alcuni mesi.
Quali sono le possibili complicazioni?
La maggior parte dei pazienti con sindrome del seno del tarso migliora con un trattamento conservativo adeguato. Se, però, la condizione non viene riconosciuta tempestivamente, non viene trattata correttamente o tende a recidivare, possono comparire alcune complicazioni.
Una delle più frequenti è lo sviluppo di instabilità cronica della caviglia, spesso legata a distorsioni ripetute o a un danno non completamente guarito dei legamenti laterali. Questa instabilità può causare cedimenti ricorrenti, riduzione della forza e difficoltà nel camminare su terreni irregolari. L’infiammazione persistente del seno del tarso può inoltre provocare:
- Dolore cronico;
- Rigidità articolare;
- Ridotta mobilità della sottoastragalica;
- Limitazioni funzionali durante attività quotidiane e sportive.
Se i sintomi non migliorano o peggiorano, lo specialista deve escludere altre condizioni potenzialmente associate o sovrapponibili, come:
- Lesioni legamentose laterali della caviglia;
- Sinovite traumatica con accumulo di liquido articolare;
- Fratture da stress non diagnosticate.
In casi rari, l'insieme di questi fattori può compromettere in modo significativo la meccanica del piede, predisponendo a problemi posturali o a un peggioramento dell’artrite sottoastragalica.

Domande frequenti
Quali sono gli sport da evitare?
È consigliabile evitare gli sport ad alto impatto o che richiedono cambi di direzione rapidi, come corsa su terreni irregolari, calcio, basket, tennis, trail running e attività con salti. Finché i sintomi persistono, sono preferibili attività a basso impatto come nuoto o ciclismo. In generale, se un movimento aumenta il dolore, è meglio sospenderlo temporaneamente.
La sindrome del seno del tarso può colpire entrambe le caviglie contemporaneamente?
Sì, può interessare entrambe le caviglie, anche se è più comune che si manifesti su un solo lato. Le forme bilaterali sono spesso associate a alterazioni biomeccaniche, sovraccarico o condizioni anatomiche che coinvolgono entrambi i piedi.
Esiste il rischio di recidiva?
Sì, la sindrome del seno del tarso può tornare se non vengono corretti i fattori che l’hanno causata, come instabilità della caviglia, piede piatto o riabilitazione incompleta. Una buona fisioterapia e un adeguato supporto biomeccanico riducono significativamente il rischio di recidiva.
Fonti e bibliografia
- My.clevelandclinic.org/health/diseases/sinus-tarsi-syndrome.

