- Quando è consigliabile operare i piedi piatti?
- Come avviene l'operazione del piede piatto nell'adulto?
- Come si esegue l'intervento per il piede piatto in un bambino?
- Cosa bisogna fare dopo un intervento chirurgico al piede piatto?
- Cosa succede se non si opera il piede piatto
- Quali sono i tempi di recupero post-operatorio per un bambino con piede piatto?
- Quanto costa l'intervento per i piedi piatti?
- Domande frequenti sull'operazione per il piede piatto
Quando è consigliabile operare i piedi piatti?
Generalmente, l'intervento chirurgico è l'ultima soluzione alla quale si ricorre per il trattamento del piede piatto. Si arriva a questa decisione solo dopo aver certificato l'inefficacia dei trattamenti conservativi (utilizzo di calzature adeguate e/o di plantari personalizzati e fisioterapia), unitamente alla presenza di sintomi e condizioni come:
- Dolore persistente;
- Tendini rotti;
- Impossibilità a svolgere le normali attività quotidiane.
Di solito, la condizione del piede piatto viene diagnosticata attraverso una radiografia.
Merita un discorso a parte l'intervento al piede piatto nei bambini. Sul punto è utile citare un estratto di un'intervista al Dott. Alessandro Pagliazzi, chirurgo ortopedico specializzato in ortopedia pediatrica e che vanta un'esperienza nel settore di più di 40 anni.
Nell'intervista pubblicata sul sito Lsm-med.com, il Dott. Pagliazzi ha chiarito che: "Il trattamento chirurgico è raccomandato in caso di piede piatto funzionale e non in caso di piede piatto morfologico. Un parametro importante per il trattamento chirurgico è anche l'età del paziente: il trattamento chirurgico viene infatti solitamente eseguito a partire dai 9 anni; al di sotto di questa età, è sempre consigliabile tentare prima di correggere il piede piatto con un trattamento fisioterapico personalizzato che solitamente suggeriamo anche come preparazione all'intervento".
Come avviene l'operazione del piede piatto nell'adulto?
La procedura per la correzione del piede piatto varia a seconda della struttura ossea, dei legamenti e della corporatura del paziente. Questo vuol dire che non tutti i pazienti con piede piatto vengono sottoposti allo stesso tipo di intervento chirurgico. Le principali procedure sono:
- Trasferimenti tendinei, cioè spostamento di un tendine da un osso all'altro per correggere la deformità;
- Osteotomie, procedura cha prevede che le ossa vengano tagliate e spostate in punti diversi;
- Fusione delle articolazioni per eliminare dolore e deformità.
Qualsiasi sia la procedura che verrà scelta, non cambia l'obiettivo finale che è quello di riallineare il piede per migliorarne la biomeccanica ed eliminare il dolore.
Come si esegue l'intervento per il piede piatto in un bambino?
L'intervento per il piede piatto pediatrico può essere eseguito oggi con l'ausilio di una tecnica mini-invasiva, per giunta sperimentata e lanciata proprio in Italia. Stiamo parlando della cosiddetta artrorisi sottoastragalica che prevede l'inserimento di una vite nell'articolazione attraverso una piccola incisione vicino alla caviglia.
La vite stabilizza il piede e impedisce alle ossa di tornare in posizione piatta. Entro tre anni, la vite può essere in genere rimossa. Grazie a questa procedura i pazienti possono in genere iniziare a caricare il piede entro una settimana dall'intervento.
Altra procedura generalmente eseguita in caso di piede piatto nei bambini è l'endortesi senotarsica. Anche in questo caso è previsto, tramite tecnica percutanea, l'inserimento di una vite all'interno del seno del tarso.
Cosa bisogna fare dopo un intervento chirurgico al piede piatto?
Difficilmente il paziente potrà essere dimesso il giorno stesso dell'intervento. Se le condizioni generali di salute sono buone, le dimissioni potrebbero essere accordate il giorno dopo l'operazione. È probabile che al paziente venga chiesto di indossare le stampelle o il gesso. In ogni caso, prima delle dimissioni, il chirurgo ortopedico fornirà istruzioni chiare rispetto alla gestione di eventuali dolori post-operatori e concorderà le visite di controllo, indispensabili per monitorare il processo di guarigione.
Cosa succede se non si opera il piede piatto?
Nel caso in cui il paziente dovesse rifiutarsi di sottoporsi all'intervento chirurgico per il piede piatto, nonostante uno o più ortopedici abbiano consigliato questa soluzione, il rischio è di andare incontro nel breve ma anche nel medio-lungo periodo a condizioni come:
- Artrosi del piede e della caviglia;
- Dita a martello;
- Alluce valgo;
- Fascite plantare;
- Periostite tibiale;
- Tendinite d'Achille.
Quali sono i tempi di recupero post-operatorio per un bambino con piede piatto?
Per un bambino i tempi di recupero sono più brevi, anche perché l'intervento chirurgico è scarsamente invasivo. Di solito, il bambino riesce a deambulare già il giorno dopo l'intervento e nel giro di 5-6 settimane potrebbe essere in grado di ricominciare a correre e a fare attività sportive. Per un adulto, invece, i tempi sono più lunghi. Solitamente, è sconsigliato caricare peso sulla gamba operata nelle prime sei settimane dopo l'intervento. Gradualmente, anche grazie alla fisioterapia, sarà possibile cominciare a recuperare la mobilità.
Esempi di esercizi da svolgere dopo un intervento per il piede piatto
Esercizio | Descrizione e benefici |
Stretching del tallone | Consiste nello stirare i muscoli del polpaccio e del tendine di Achille, spesso irrigiditi dopo l’intervento. Migliora la flessibilità della parte posteriore della gamba e favorisce un corretto appoggio del tallone. |
Rotolamento con pallina da tennis o da golf | Si effettua facendo rotolare sotto la pianta del piede una piccola pallina. Questo esercizio aiuta a massaggiare la fascia plantare, stimolare la circolazione e ridurre la rigidità o la tensione nella pianta del piede. |
Sollevamento dell’arco plantare | Si esegue cercando di “sollevare” l’arco del piede mantenendo tallone e avampiede a terra. Rinforza i muscoli intrinseci del piede, fondamentali per mantenere l’arco plantare e migliorare la stabilità. |
Sollevamenti sui talloni | In posizione eretta, si sollevano lentamente i talloni restando sulle punte dei piedi, poi si ritorna giù. Rafforza i muscoli del polpaccio e stabilizza la caviglia, migliorando la capacità di spinta durante il cammino. |
Sollevamenti dell’arco su gradino | Simile all'esercizio di sollevamento dell'arco plantare, si esegue su un gradino per aumentare l’escursione del movimento e migliorare la forza dell’arco plantare e della muscolatura posteriore della gamba. |
Piegamenti con l’asciugamano | Da seduti, si poggia un asciugamano a terra e lo si “arriccia” verso di sé con le dita del piede. Serve a rafforzare i muscoli flessori delle dita e della pianta del piede, migliorando la presa e la stabilità. |
Quanto costa l'intervento per i piedi piatti?
Il costo di un intervento chirurgico per correggere il problema del piede piatto può oscillare, in ambito privato, tra i 5.000 e i 10.000 €.
Domande frequenti sull'operazione per il piede piatto
Chi opera il piede piatto?
L'intervento viene generalmente eseguito da un chirurgo ortopedico del piede.
L'operazione per il piede piatto è in anestesia?
Sì, l'intervento viene eseguito in anestesia generale o anestesia regionale.
Quanto dura l'operazione al piede piatto?
La durata dell'intervento può variare anche in base alla tecnica chirurgica che viene scelta e alle caratteristiche del paziente. Nei bambini, poiché l'intervento viene effettuato tramite chirurgia mini-invasiva, la durata è di circa 15-20 minuti. Solitamente, è possibile eseguire all'interno di un'unica procedura l'intervento ad entrambi i piedi. L'operazione del piede piatto nell'adulto è, in genere, più complessa e potrebbe avere una durata di circa 1-2 ore.
Quali sono le tecniche chirurgiche più efficaci per la correzione del piede piatto nell'adulto?
Per rispondere a questa domanda è utile citare un'indagine scientifica che ha analizzato 21 studi pubblicati e coinvolto in totale 498 pazienti. Lo scopo era confrontare le diverse tecniche chirurgiche utilizzate per correggere il piede piatto nell'adulto, valutando il loro effetto su parametri anatomici (come l’allineamento del piede nelle radiografie) e sul miglioramento della funzionalità e dei sintomi.
Dall’analisi dei dati è emerso che tutti gli approcci chirurgici considerati hanno portato a miglioramenti significativi del dolore, della funzione e dell’allineamento del piede. In base ai parametri considerati, però, alcune tecniche si sarebbero rivelate maggiormente efficaci, in particolare:
- L'osteotomia medializzante di calcagno è risultata la tecnica con maggiori probabilità di successo complessivo per correggere la deformità e migliorare l’angolo del tallone;
- L’intervento di allungamento della colonna laterale (osteotomia di Evans) ha mostrato i migliori risultati radiografici per alcuni angoli specifici del piede;
- Le procedure di tripla artrodesi (TAO) e doppia artrodesi (DAO) — cioè la fusione chirurgica di più articolazioni del piede — hanno fornito i migliori esiti funzionali, migliorando stabilità e capacità di camminare senza dolore.
Nel complesso, lo studio ha confermato che la chirurgia rappresenta una soluzione efficace per i pazienti con piede piatto acquisito che non rispondono ai trattamenti conservativi (come plantari o fisioterapia). Tutte le tecniche analizzate hanno portato a significativi miglioramenti della forma del piede, della deambulazione e della qualità di vita.
Quali sono i vantaggi e i rischi di un intervento chirurgico al piede piatto?
Vantaggi | Potenziali rischi/effetti collaterali |
Procedura a basso rischio | Danni a nervi o vasi sanguigni |
Possibilità di risolvere in modo definitivo il problema del piede piatto | Guarigione incompleta delle ossa |
Recupero della mobilità | Infezione |
Chirurgia non invasiva (per i bambini) | Sanguinamento |
Fonti e bibliografia
- Tao, Xu et al. “Surgical procedures for treatment of adult acquired flatfoot deformity: a network meta-analysis.” Journal of orthopaedic surgery and research vol. 14,1 62. 21 Feb. 2019, doi:10.1186/s13018-019-1094-0;
- Lsm-med.com.