Il dolore all'avampiede potrebbe essere sintomatico di una borsite metatarsale. In questo articolo andremo a descrivere cause e sintomi di questa condizione, come si effettua la diagnosi e quali sono le principali opzioni di trattamento generalmente suggerite da un ortopedico specializzato nel piede.
Cos'è la borsite metatarsale?
La borsite metatarsale, anche detta metatarsalgia, è l'infiammazione delle borse metatarsali, sacche piene di liquido situate in corrispondenza delle teste metatarsali. Tale condizione viene, spesso, confusa con altre patologie del piede che si caratterizzano per sintomi in parte simili. Ci riferiamo alla fascite plantare e al neuroma di Morton.
Il piede si caratterizza per la presenza di piccole sacche piene di liquido, chiamate borse sierose, che hanno il compito di ridurre l’attrito tra tendini, muscoli e ossa durante il movimento. Tra queste, figurano anche le borse metatarsali, le quali si trovano in corrispondenza delle teste dei metatarsi, cioè nella parte anteriore della pianta del piede (anche detta avampiede), proprio dove le ossa lunghe del piede si collegano alle dita.
In condizioni normali, queste strutture agiscono come cuscinetti protettivi, assorbendo gli urti e facilitando il corretto scorrimento dei tessuti. Al contrario, quando si infiammano possono dare origine a sintomi fastidiosi tra il terzo e il quarto metatarso. Del resto, parliamo di una zona sottoposta a continue sollecitazioni durante la camminata. Pertanto, in presenza di un'infiammazione della borsa metatarsale, ogni piccolo passo o movimento potrebbe risultare doloroso.
Quali sono i sintomi?
I principali sintomi della borsite al piede metatarso sono:
- Dolore localizzato nella parte anteriore del piede;
- Gonfiore;
- Sensazione di camminare su un sassolino;
- Sensibilità al tatto;
- Sensazione di pizzicore tra le dita.
La soglia di dolore percepita dal paziente può essere estremamente variabile. I fastidi potrebbero manifestarsi nella misura di un lieve indolenzimento o, al contrario, assumere le sembianze di un dolore talmente intenso e lancinante da arrivare a condizionare la vita quotidiana di chi ne è affetto.
Le cause?
La borsite metatarsale è una condizione che può insorgere a causa di diversi fattori, tra cui:
- Utilizzo di calzature inadeguate, in particolare tacchi molto alti o scarpe piuttosto strette;
- Svolgimento di attività ripetitive che comportano la necessità di trascorrere molto tempo in piedi;
- Anomalie e condizioni legate alla struttura del piede (iperpronazione, alluce valgo, dita a martello).
Tutti questi fattori, seppur in misura variabile, possono favorire un aumento della pressione sulle ossa metatarsali e, di conseguenza, lo sviluppo di una borsite metatarsale.
Come riconoscere e diagnosticare la borsite metatarsale?
In presenza dei sintomi poc'anzi descritti, specie se questi dovessero protrarsi per giorni o settimane, conviene innanzitutto sottoporsi ad una visita ortopedica al piede. Il consulto comincia solitamente con l'anamnesi, nel corso della quale il paziente sarà chiamato a descrivere i sintomi riscontrati. L'ortopedico effettuerà, poi, un esame obiettivo alla ricerca di quei segni, in primis l'infiammazione, tipici di una metatarsalgia.
All'inizio di questo articolo abbiamo spiegato che alcuni dei sintomi della metatarsalgia si sovrappongono ad altre patologie del piede. Questo vuol dire che il solo esame obiettivo non sempre potrebbe essere sufficiente ai fini di una diagnosi precisa. Pertanto, l'ortopedico potrebbe prescrivere esami di diagnostica per immagini, come ad esempio una risonanza magnetica o una ecografia, per escludere altre condizioni e confermare la diagnosi di borsite al piede.
A questo punto, l'ortopedico dovrà elaborare un piano di trattamento specifico. Dobbiamo considerare che la borsite è una condizione che può colpire non soltanto il piede ma anche altre articolazioni del nostro corpo. Questo vuol dire che, in genere, i trattamenti proposti dagli ortopedici per i vari tipi di borsite tendono ad essere abbastanza omogenei.
Come curare la metatarsalgia?
Nella maggior parte dei casi, la metatarsalgia viene gestita attraverso un approccio terapeutico di tipo conservativo, quantomeno in una fase iniziale. Tale approccio potrebbe prevedere:
- Applicazione di ghiaccio;
- Riposo;
- Assunzione di farmaci antinfiammatori.
Se queste soluzioni non dovessero favorire alcun miglioramento dei sintomi si passa ad una seconda fase del trattamento conservativo. L'ortopedico potrebbe prescrivere delle iniezioni di cortisone nella borsa metatarsale. Il cortisone, infatti, opera come un potente agente antinfiammatorio ed è in grado di ridurre l'impatto dei principali sintomi della metatarsalgia cioè dolore e gonfiore. Nella maggior parte dei casi, il paziente trova sollievo a tal punto da ricominciare a svolgere tranquillamente e con successo gran parte delle attività quotidiane.
Nonostante gli evidenti benefici, è doveroso sottolineare che le iniezioni di cortisone non sempre si rivelano sufficienti. Spesso, infatti, esse vanno supportate da altri accorgimenti di grande utilità, primo fra tutti l'impiego di plantari personalizzati. Un plantare su misura, in particolare, è un dispositivo che aiuta a distribuire il peso in modo uniforme su tutto il piede. Altrettanto importante è la scelta delle calzature. Meglio optare per scarpe comode dalla punta ampia, così da mitigare il dolore e ridurre la pressione sulle ossa metatarsali.
Nell'ambito dei trattamenti conservativi un ruolo fondamentale è svolto, inoltre, dalla fisioterapia. Svolgendo appositi e mirati esercizi suggeriti dal fisioterapista, infatti, è possibile:
- Rafforzare i muscoli del piede;
- Migliorare le capacità di equilibrio;
- Ampliare l'ampiezza di movimento;
- Ridurre il rischio di recidive.
Se nessuna delle opzioni poc'anzi descritte dovesse favorire, in un arco temporale di circa 6-12 mesi, un netto miglioramento dei sintomi, non resta che prendere in considerazione l'intervento chirurgico. La soluzione chirurgica, infatti, può aiutare a prevenire possibili complicazioni legate alla borsite metatarsale, come la formazione di tessuto cicatriziale che potrebbe arrivare a condizionare la funzionalità del piede.
L'intervento chirurgico per la rimozione della borsa infiammata può essere svolto in artroscopia o a cielo aperto. Indipendentemente dalla tecnica chirurgica che verrà scelta dal chirurgo ortopedico, non cambia l'obiettivo che rimane quello di alleviare i sintomi agendo sulle cause principali dell'infiammazione.
Nella fase post-operatoria è fondamentale attenersi alle indicazioni fornite dallo specialista. Generalmente, il paziente è in grado di fare ritorno alle normali attività quotidiane a distanza di circa sei settimane dall'intervento.
Come prevenire la recidiva?
Pur sottoponendosi ad un intervento chirurgico, il rischio di recidiva della borsite metatarsale non può essere completamente azzerato. Ci sono, però, alcuni accorgimenti che il paziente può apportare all'interno della propria vita quotidiana per favorire una buona salute del piede, in particolare:
- Mantenere un buon peso corporeo, così da ridurre lo stress a carico delle strutture del piede;
- Indossare scarpe fornite di un'adeguata ammortizzazione e supporto;
- Evitare di camminare su superfici rocciose o irregolari.